I recenti avvenimenti in tutto il mondo evidenziano le dimensioni dei problemi con cui il mercato deve confrontarsi. Due sparatorie di massa in un solo giorno negli Stati Uniti in agosto, una delle quali è stata classificata come terrorismo interno, hanno provocato la morte di almeno 31 persone, spingendo il presidente Donald Trump a condannare “il razzismo, il fanatismo e la supremazia bianca” e a chiedere che la pena di morte sia applicata agli autori di azioni di questo tipo. A quelle sparatorie hanno fatto seguito attentati suicidi in chiese e hotel di lusso nello Sri Lanka, la domenica di Pasqua all’inizio di quest’anno, facendo sorgere sospetti che l’ISIS si stia spostando dalla Siria verso altre aree.

Il settore assicurativo deve affrontare il difficile compito di fornire supporto alle aziende nel proteggersi adeguatamente dai rischi correlati a queste minacce sconosciute. Anche il fatto che le definizioni di rischio varino da un territorio all’altro non aiuta, rendendo difficile coordinare una risposta multinazionale coerente a nome dei broker e dei loro assicurati.

Tuttavia, se questi eventi recenti ci hanno insegnato qualcosa, è che queste minacce richiedono un approccio solido e altamente specializzato – a nostro avviso, tali rischi non possono essere adeguatamente coperti con una semplice estensione di una polizza di assicurazione di cose o della responsabilità civile già in essere.

I rischi sono in aumento

Anche se è impossibile prevedere come si svilupperanno le minacce, il fatto che tutte le forme di violenza politica sono attualmente in aumento è una triste realtà.

Secondo il Global Peace Index, la pace nel mondo è diminuita negli ultimi quattro anni1. A questo proposito, quattro regioni che sono storicamente tra le più pacifiche – Europa, Nord America, Asia-Pacifico e Sud America – hanno visto un deterioramento della situazione l’anno scorso, con il terrorismo e i conflitti politici interni come maggiori fattori responsabili della flessione. L’Europa, che era stata fino ad ora la regione più pacifica del mondo, nel 2018 ha fatto registrare un peggioramento per il terzo anno consecutivo, con la Spagna in particolare che ha perso dieci posizioni nella classifica mondiale delle nazioni.

I disordini politici legati alla lotta per l’indipendenza della Catalogna, le proteste del cosiddetto movimento dei gilet gialli in Francia e le manifestazioni legate alla Brexit nel Regno Unito sono esempi degli eventi che hanno contribuito alla crescita dei rischi.

Ma accanto a questi disordini civili, nell’ambito dei quali in Francia “quattro persone sono state uccise e diverse centinaia ferite, con danni per miliardi causati alle aree urbane del paese”2, abbiamo anche registrato un preoccupante aumento degli attacchi terroristici da parte di lupi solitari, con mezzi rudimentali o semplici armi da fuoco, in Europa e in altre parti del mondo. Si pensi agli omicidi indiscriminati avvenuti a Londra (marzo e giugno 2017), Manchester (maggio 2017), Barcellona (agosto 2017) e più recentemente in Nuova Zelanda nel marzo 2019.

Molte aziende soffrono, anche se solo una viene attaccata.

Tra i settori tipicamente e più spesso colpiti nel contesto di atti di terrorismo, violenza politica o proteste legate a scioperi vi sono hotel e marchi del lusso, ma anche centri per eventi e manifestazioni sportive, nonché reti di trasporti che attirano un gran numero di persone. Anche altri settori, come ad esempio laboratori scientifici, settore energetico e telecomunicazioni, sono tra gli obiettivi più frequenti.

Anche se le aziende di maggiori dimensioni, spesso operanti a livello multinazionale in aree dove le attività terroristiche sono più diffuse, tendono a proteggersi in misura maggiore, sono le aziende più piccole a essere sempre più a rischio.

Mentre la natura degli attacchi cambia, osserviamo che negozi e caffè nei centri commerciali e mercati all’aperto diventano oggetto di attacchi o subiscono le conseguenze di eventi terroristici di massa. Le piccole imprese colpite dagli attacchi al London Bridge nel 2017, ad esempio, non hanno potuto accedere ai loro locali per 10 giorni mentre la polizia svolgeva le indagini. Inoltre, anche le principali stazioni di autobus e metropolitana sono rimaste chiuse il giorno dopo l’attacco.

La reazione del mercato al rapido cambiamento della natura delle minacce

Poiché la natura delle minacce è in costante cambiamento e le aziende ne sono colpite in modi diversi, anche il mercato assicurativo continua ad evolversi per quanto concerne i rischi legati al terrorismo e alla violenza politica.

Il ramo della protezione contro i danni alla proprietà da attacchi terroristici, nato dopo l’attacco del 2001 alle torri gemelle di New York, si è evoluto rapidamente nel corso degli anni, man mano che le minacce sono aumentate e sono venuti alla luce punti deboli e lacune nella copertura.

Ad esempio, l’assicurazione contro le aggressioni è stata introdotta in risposta alle sparatorie negli Stati Uniti per colmare una lacuna delle polizze di responsabilità civile generale, nelle quali questo tipo di attacchi non erano né inclusi né esplicitamente esclusi.

Inoltre, in risposta alla recente tendenza ad attaccare le persone piuttosto che i beni materiali, è stata introdotta una copertura per le perdite da interruzione dell’attività senza danni fisici. Questa innovazione sul mercato era necessaria perché le tradizionali assicurazioni contro eventi bellici e terrorismo intervenivano solo in caso di danni fisici, ma non se le autorità chiudevano l’accesso a un’area in seguito a un attacco terroristico o in caso di cosiddetta perdita di attrattiva – lo scenario ormai fin troppo familiare in cui un locale diventa meno attraente per i clienti in seguito a un attacco terroristico.

Un altro campo in via di sviluppo è quello dei rischi di responsabilità per le persone che sono potenziali obiettivi di atti di terrorismo. I proprietari e i manager di aziende hanno il dovere di prendersi cura dei propri collaboratori, clienti e delle altre persone che hanno rapporti con la loro impresa. Può sembrare di cattivo gusto imputare alle aziende il fatto di non aver provveduto ad anticipare e gestire attacchi terroristici diretti contro di loro, ma è un dato di fatto della vita moderna che le aziende devono mettere in atto solidi piani su come reagire in caso di attacco mirato contro di loro. I clienti si aspettano che il personale sappia come aiutarli nel modo migliore a mettersi al riparo o a fuggire da un edificio; i turisti e i pedoni si attendono che i percorsi pedonali davanti ad attrazioni ed edifici governativi siano protetti dagli attacchi mediante veicoli. 

Recentemente nel marzo 2019, ad esempio, i giornalisti hanno chiesto all’International Cricket Council se avesse valutato correttamente i rischi che correva la squadra del Bangladesh durante la sua tournée in Nuova Zelanda, un paese in cui un attentatore solitario aveva appena compiuto attacchi a due moschee. La Nuova Zelanda è il secondo paese più pacifico del mondo3 (dopo l’Islanda), quindi questo incidente mostra ulteriormente quanto sia difficile modellare o prevedere questo tipo di minacce.

Un altro esempio di come questo specifico mercato si stia evolvendo: nel 2018, rischi di responsabilità di questo tipo sono stati aggiunti alle polizze per coprire alcuni eventi speciali, offrendo un mix di risarcimento in denaro e assistenza pratica per aiutare le imprese vittime di un attacco a rispondere in modo appropriato.

Effettivamente questo mercato è in continua trasformazione. Nel 2018, il mercato londinese ha cambiato la sua definizione, affermando che un attacco terroristico non deve necessariamente avere una motivazione religiosa, ideologica o politica. Nella primavera del 2019, la compagnia di riassicurazioni del governo britannico “Pool Re” ha aggiunto l’interruzione di attività dovuta a danni non fisici alla sua lista di coperture.

Senza dubbio altre innovazioni saranno implementate nel 2019 e negli anni successivi.

La domanda da un milione

La domanda da un milione per gli assicuratori nel campo del terrorismo e della violenza politica è ovviamente: che cosa verrà dopo?

Guardando al futuro, si può prevedere che la maggior parte degli attacchi terroristici sarà basata su metodi semplici e svolta utilizzando armi improvvisate facilmente accessibili, compresi i veicoli. Questi attacchi grossolani, spesso commessi da singoli individui piuttosto che da gruppi organizzati, sono inevitabilmente molto difficili da prevedere e individuare. Spesso le attività di comunicazione o pianificazione apparente, che potrebbero rappresentare un motivo di allerta per le autorità, sono ridotte al minimo e lo stesso vale per gli acquisti di materiali soggetti a controlli che potrebbero destare sospetti. Tuttavia, ci aspettiamo che l’uso di esplosivi rimanga uno dei metodi preferiti, poiché può causare danni significativi alle infrastrutture e numerose vittime, oltre a generare un alto impatto mediatico.

Per quanto riguarda gli scioperi, le rivolte, i disordini civili e la violenza politica su larga scala (la cui definizione si estende alla guerra e alla guerra civile), il quadro è complesso. L’ascesa di movimenti politici di estrema destra e di estrema sinistra è una caratteristica ben documentata di molte democrazie moderne – anche in Europa e negli Stati Uniti. È difficile prevedere fino a che punto potrebbero destabilizzare lo status quo e causare perdite per l’economia.

Tuttavia, ciò che sappiamo è che nel 2017 l’impatto della violenza sull’economia globale è stato pari a 14’760 miliardi di dollari in termini di parità di potere d’acquisto (PPA). Tale cifra corrisponde al 12,4% dell’attività economica globale (prodotto mondiale lordo) o a 1’988 dollari pro capite. Con l’aumento dei casi di violenza, aumentano anche i costi.4

Per queste ragioni, è nostro compito far comprendere alle piccole e grandi imprese di tutto il mondo che la minaccia è in aumento. In particolare, vogliamo promuovere un maggiore dialogo con i broker e gli assicurati su come strutturare al meglio la copertura – che sappiamo sarà necessaria – per le imprese di diverse dimensioni operanti in diversi settori e territori.

Fonti:

1http://visionofhumanity.org/app/uploads/2018/06/ Global-Peace-Index-2018-2.pdf  

2https://www.bbc.co.uk/news/resources/idt-sh/ yellow_vests 

3http://visionofhumanity.org/app/uploads/2018/06/ Global-Peace-Index-2018-2.pdf 

4http://visionofhumanity.org/app/uploads/2018/06/ Global-Peace-Index-2018-2.pdf